Un pugno nello stomaco

Descrizione

La vita, se mai sarà in pericolo, la potremo salvare solamente noi donne, e i bambini, forse, e i vecchi, ma pochi. Noi donne, noi sì, noi che la generiamo, la vita, noi che di continuo la accudiamo e la nutriamo. Noi la conosciamo la vita, noi lo sappiamo quanto è importante la pace. Solo in pace la vita può vivere. Vedrete, saremo noi, le donne, ad accorgerci quando la vita sarà di nuovo a rischio e, statene certe, la sapremo salvare. L’abbiamo già fatto, sapete? In passato noi donne l’abbiamo già salvata varie volte, la vita, solo che gli uomini ogni volta ci hanno convinto a dimenticare. Così anche in futuro saremo noi, non quei caproni dei nostri mariti, bravi solo ad andare su tutte le furie e a rendere botta su botta, bomba per bomba, morte su morte. A furia di occhio per occhio, sono rimasti ciechi. Non vedono neppure che i morti non hanno più nazionalità, né divisa. Stanno tutti insieme i morti, in quell’unico schieramento che c’è. Stanno nella pace, i morti, e stanno insieme a noi, e ce la indicano, la pace, perché vogliono il nostro bene, e ce la gridano. Ma chi li sta ad ascoltare oggi i morti? Gli uomini non li sentono, non capiscono, non ci riescono. Preferiscono riempirsi la bocca e le orecchie all’alza bandiera, tutti impettiti, in riga, sull’attenti, con la fanfara, Siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, nel nostro inno nazionale, perfino. Ma è alla vita, non alla morte, che dovrebbero essere pronti quei gran padreterni dei nostri capifamiglia, ma di questo non ne sono capaci, pare non li riguardi.

da Un pugno nello stomaco

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